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Festa in “curva” tra Amarcord e rilancio

Ore 21 del 21 maggio il raduno del popolo della piazza che fu, di quella che è e di quella che sarà

Alessia De Marchi
2 minuti di lettura
La foto della "curva" scattata da Luisa Tassitani e scelta per il Curvaparty 

CASTELFRANCO. E se per una sera la “curva” del passeggio Dante tornasse ai suoi anni ruggenti? E se magari da un party occasionale attorno alle mura si riscoprisse il piacere di trovarsi ai piedi della statua del Giorgione per quattro chiacchiere in compagnia? Renato Piva e Monica Marchesan, protagonisti negli anni Novanta del curvon, ci provano lanciando per sabato 21 maggio il raduno di chi ha fatto la sua storia raccontandosi nel passeggio attorno al fossato del castello e di chi, magari, da domenica in poi deciderà di costruirvi la sua.

Al motto di “Non esiste curva che non si possa sorpassare” citando il pilota Ayrton Senna o più castellanamente “tutti in curva e torno e fosse, come ’na volta”, i ragazzi di ieri e di oggi condivideranno brindisi, chiacchiere e musica, «come capitava ogni sera fino a che non è finita, qualche anno fa». I ricordi di quei magici pomeriggi che scivolavano veloci nelle sempre corte notti estive sono tantissimi. Attorno alle mura non si era mai soli ed era un bel vedere di gente. Poi, via via, il popolo delle curva si è rarefatto fino a sparire. E attorno alle mura è calato un lungo silenzio che chi allora c’era e da oggi vorrà esserci vuole rompere. Il Curvaparty si apre sabato alle 19.30 con una lezione di yoga sui giardini fronte piazza Giorgione, tenuta da Pippo Africano.

E poi dalle 21 sarà musica con i dj Jacopo Scarpis, Renato Maschio, Fran e Matteo Dritti e Renato Piva. Il tutto bagnato con una bibita portata da casa o acquistata nei tanti locali che danno sul salotto buono della città. «Non vogliamo il ritorno di ciò che è stato», confessano gli organizzatori, «Certo qualche ricordo ci sta, ma ci piacerebbe fosse un nuovo inizio». L’evento lanciato via Facebook ha raccolto l’Amarcord di chi nella “curva” ha vissuto la sua giovinezza. Come Paolo Montefrancesco e quella gara improvvisata attorno alle mura per passare il tempo. «Partendo dal marciapiede delle fosse davanti alla statua del Giorgione, una sera di fine maggio», ricorda, «insieme ad altri bontemponi abbiamo iniziato una cronometro a chi impiegava meno tempo a fare a piedi il “giro delle fosse”. Quella volta vinse Paolo Tostello e dopo alcuni giorni, ogni tanto, si potevano "ammirare" altri bontemponi cimentarsi nell’ardua impresa». O ancora Patrizia Piazza che abitava davanti alla curva delle rane. «Era bello guardare dalla finestra tutta la gente che chiacchierata, passeggiava, la notte era come il giorno», scrive, «Toni Cattapan, mani incrociate dietro alla schiena, testa un po’ bassa, recitava numeri e non so cosa altro, camminava spedito, faceva tutto il giro. Romano Pulxe, con la gamba dei corsari. Batocio che faxeva affari. Bonaldo che spesso se rabiava. El conte Bajo con la giacca bianca». E chissà quanti altri personaggi dimenticati e ritrovati sul passeggio Dante.

 

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